L'illustre Medioevo femminile: Christine de Pizan
“Son le donne che hanno condotto l’umanità da bestialità a vita ragionevole”
Nel 1365, a Venezia,
nacque Cristina da Pizzano, figlia dell’illustre medico ed astrologo
Tommaso da Pizzano, docente di Medicina dapprima a Bologna e poi a Venezia. Egli, un uomo fuori dal comune per gli
standard medievali, decise di fare di sua figlia una donna raffinata e colta,
in un mondo in cui, l’istruzione era riservata solo agli uomini.
All’età di quattro anni, la piccola si trasferì
con tutta la famiglia a Parigi, poiché il padre diventò medico personale di
Carlo V, Re di Francia ed abbandonò presto il suo nome italiano in favore di
quello con il quale divenne famosa all’epoca: Christine de Pizan.
Sebbene con la sua cultura ed istruzione rappresentasse una mirabile eccezione, Christine per il primo periodo ebbe una vita molto comune a quella delle sue coetanee; si sposò presto con un segretario del re – a soli 15 anni – e divenne una comune matrona medievale.
Dopo un felice matrimonio, rimase tuttavia vedova alla giovane età di 25 anni e
ciò cambiò profondamente la sua vita. Sola, senza più un appoggio, scoprì quanto
fosse difficile essere donna, una donna sola per giunta, in un mondo di uomini.
Sfruttò, allora, tutto il suo intelletto e la sua
grande cultura per trasformare il dolore della perdita e la rabbia in qualcosa
di più grande ed iniziò a scrivere struggenti ballate dedicate all'amore
perduto le quali, ben presto, conquistarono tutte le grandi personalità che orbitavano
attorno alla corte francese.
Ma fu dopo la morte di Carlo V che arrivò la vera e propria fama che consacrò
Christine alla gloria e la rese a tutti gli effetti la prima scrittrice e
storica donna della storia: la stesura della biografia del re scomparso
commissionatale dal Duca di Orleans.
Christine fu una donna umilissima ma dotata di grande
intelletto e voglia di affermarsi, tanto da mettere su una vera e propria casa
editrice per pubblicare le sue opere. Scriveva per passione e per professione,
sapeva discorrere su tutto e i suoi libri toccano molteplici argomenti, dalle
ballate d’amore ai trattati sulla politica, dalle biografie ai manuali sulla
guerra.
Ella, tuttavia, non utilizzò la sua fama e il suo lavoro semplicemente per essere indipendente ed autonoma, ma per difendere tutte le donne da quella che era una situazione schiacciante e totalizzante che le imprigionava. Sentì la necessità di fare qualcosa in prima persona e così nacque “La città delle Dame”, come risposta alle opere che denigravano la figura femminile bollandola come veicolo del demonio e come oggetto da utilizzare solo per soddisfare le voglie maschili.
Ella, tuttavia, non utilizzò la sua fama e il suo lavoro semplicemente per essere indipendente ed autonoma, ma per difendere tutte le donne da quella che era una situazione schiacciante e totalizzante che le imprigionava. Sentì la necessità di fare qualcosa in prima persona e così nacque “La città delle Dame”, come risposta alle opere che denigravano la figura femminile bollandola come veicolo del demonio e come oggetto da utilizzare solo per soddisfare le voglie maschili.
Immaginò questa città fortificata, popolata da tutte le donne importanti che
avevano fatto la storia, dai personaggi della mitologia, passando per le donne
della Bibbia per poi arrivare alle donne illustri del suo tempo. Affermò con convinzione l’importanza di far studiare le bambine come aveva fatto lei stessa, perché, scriveva, se loro avessero avuto la
possibilità di istruirsi al pari dei bambini sarebbero diventate grandi dotte. In un modo del tutto inaspettato
per quel tempo, parlò anche della violenza sessuale, condannando aspramente gli
uomini che commettevano questa atrocità e che sostenevano che le donne
potessero trarne giovamento.
Dopo una vita all'insegna
della cultura e della lotta per la parità, Christine ormai anziana, si ritirò
in un convento. Qui, scrisse la sua ultima opera, un elogio ad una figura di
cui aveva sentito parlare, un vessillo che avrebbe portato la Francia a vincere
la Guerra dei Cent’anni; una ragazza che proveniva dalle
campagne della Lorena, ma che segnò la storia della Francia Tardo
medievale: Giovanna d’Arco.
Christine de Pizan, infine, spirò nel 1430, felice perché
finalmente la Francia aveva affidato la sua salvezza ad una fanciulla e certa
che da quel momento in poi le donne sarebbero state trattate meglio.Cecilia Ciano
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