San Valentino: Leggende, rituali e storia
Il 14 febbraio, il mondo occidentale festeggia l’amore e l’eros in tutte le sue forme. Tutti noi conosciamo questa ricorrenza che puntualmente ogni anno arriva portando con sé un ricco bagaglio di critiche e adorazione.
Moltissimi sostengono, con grande piglio, che questa non sia una festa reale, ma solo una cinica invenzione delle industrie dolciarie e floristiche in modo da avere un’escamotage per vendere più cioccolatini e rose rosse. Ma è davvero così?
Andiamo con ordine.
Il giorno di San Valentino prende il nome dall’omonimo Santo, vissuto a cavallo del II e III secolo d.C. in un’Italia travagliata, attraversata da una grande crisi spirituale. Infatti, andava via via affermandosi il Cristianesimo, soppiantando o modificando le credenze pagane fino ad allora diffuse. In questo contesto nacquero varie leggende che orbitavano attorno alla figura di San Valentino, rendendo quasi mitica la sua figura.
Una di queste narra la storia di due innamorati, Sabino e Serapia, il quale amore venne ostacolato dai genitori di lei poiché non accettavano che il giovane fosse pagano. Serapia allora suggerì a Sabino di convertirsi alla religione cristiana seguendo gli insegnamenti del Vescovo Valentino, molto stimato ed amato dalla sua famiglia. Alla vigilia del battesimo del centurione, però, la fanciulla si ammalò di tisi e il Vescovo accorse al suo capezzale. Sabino straziato dal dolore supplicò il prelato affinché non fosse separato mai dalla sua amata. Valentino, allora, battezzò il giovane in fretta e li unì in matrimonio, ma al momento della benedizione, la morte li colse entrambi, mano nella mano, uniti per l’eternità.
Una di queste narra la storia di due innamorati, Sabino e Serapia, il quale amore venne ostacolato dai genitori di lei poiché non accettavano che il giovane fosse pagano. Serapia allora suggerì a Sabino di convertirsi alla religione cristiana seguendo gli insegnamenti del Vescovo Valentino, molto stimato ed amato dalla sua famiglia. Alla vigilia del battesimo del centurione, però, la fanciulla si ammalò di tisi e il Vescovo accorse al suo capezzale. Sabino straziato dal dolore supplicò il prelato affinché non fosse separato mai dalla sua amata. Valentino, allora, battezzò il giovane in fretta e li unì in matrimonio, ma al momento della benedizione, la morte li colse entrambi, mano nella mano, uniti per l’eternità.
San Valentino e gli sposi
Storicamente, però, la festa degli innamorati ha radici ben più profonde, primordiali.
In tempi antichi, proprio a metà Febbraio, come possiamo evincere dalle notizie riportate da Ovidio e Plutarco, la popolazione festeggiava i Lupercalia, festività rurale dedicata a Fauno Luperco, divinità selvaggia, a tratti capra e a tratti lupo, protettore delle greggi e della fecondità. Proprio durante questi festeggiamenti, avevano luogo dei rituali legati alla fertilità, alla celebrazione della vita e dell’amore in tutte le sue forme.
Ovidio raccontava che durante gli anni che successero alla fondazione di Roma, una grave sterilità si abbatté sulla popolazione, inducendo uomini e donne ad andare in pellegrinaggio sul monte Esquilino, dove era sito il Bosco Sacro di Giunone. Qui, gli Auguri interpellarono la Dea, la quale rispose che durante il periodo dei Lupercalia, era necessario commettere un sacrificio animale e colpire il corpo degli abitanti con le pelli ricavate. I romani si attennero religiosamente al responso dell’oracolo e dopo dieci mesi lunari le donne partorirono.
Con l’avvento del Cristianesimo, questa festa ha continuato a sopravvivere e ad essere osservata e sentita, fino a quando Papa Gelasio I, nel 496 d.C. la camuffò e la trasformò, attribuendo quindi al Vescovo Valentino, morto il 14 febbraio 273 il titolo di “Protettore degli innamorati”.
Dopotutto, San Valentino durante la sua vita, fu perseguitato per la sua intraprendenza, dal momento che univa in matrimonio amanti appartenenti a religioni diverse ed oggi vogliamo ricordare proprio questo: l’amore supera ogni ostacolo.
Cecilia Ciano
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