L’Impressionismo secondo Berthe Morisot






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Berthe Morisot, Autoritratto, 1885, Musée Marmottan, Parigi.

Chiunque si approcci, contemplando la grande cultura pittorica francese del XIX secolo, dinanzi alle opere di Berthe Morisot, sarà pervaso dalla sensazione di serenità e stupore.
La corrente dell’Impressionismo, fu, come il resto delle rappresentanze artistiche, per lo  più maschile ed è per questo, che la figura della Morisot si fa portatrice di quei sentimenti femminili, eguagliandone la fama dei colleghi Renoir, Monet e Pissarro.

Nata il 14 gennaio 1841 a Bourges, è figlia di un illustre funzionario statale. Dal 1852, la famiglia Morisot si trasferisce stabilmente a Passy, nei pressi della capitale parigina. Proprio in questo frangente, la futura pittrice riceve un'educazione artistica all'Ėcole des Beaux-Arts, incrementando gli studi seguendo lezioni private da Joseph Guichard.

Il 1868 segna una data importante per la carriera artistica della pittrice. Infatti, è proprio in quest’anno che la Morisot firma moralmente il suo sodalizio con l’Impressionismo, incontrando l'artista Ėdouard Manet, per il quale poserà come modella in qualche sua opera.
I dipinti della pittrice francese si contraddistinguono per i colori vivaci ma allo stesso tempo decisi. I temi trattati sono scene domestiche, intime, paesaggistiche e familiari.

La sua carriera artistica però, è notevolmente costellata da parecchie critiche, poiché per la società francese è poco consono che una donna intraprenda carriere solitamente maschili.

La vide comunque partecipare alla mostra impressionista tenutasi presso lo studio fotografico di Nadar, con l'opera "La culla".
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Ecco, che qui ritorna il tema intimistico prima citato: la sorella di Berthe, Edma viene qui rappresentata intenta a cullare la propria figlia. Le tinte bianche e rosa, il grigio e l’azzurro, molto chiari, richiamano alla dolcezza materna.
Maternità poi ripresa e ritratta successivamente, in prima persona, quando partorirà la figlia Julie.
Nel corso degli anni, Berthe Morisot, continuerà ad esporre i propri dipinti ma nel 1892, rimane vedova dell’amato marito, episodio questo, che la addolora nel profondo, tanto da segnarne definitivamente il suo allontanamento dalla pittura. 
Morirà poi il 2 marzo 1895 per una congestione polmonare.
Antonella Buttazzo

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