Dal Salento, l'incompresa poesia di Claudia Ruggeri
''T’avrei lavato i piedi oppure mi sarei fatta altissima come i soffitti scavalcati di cieli come voce in voce si sconquassa tornando folle ed organando a schiere come si leva assalto e candore demente alla colonna che porta la corolla e la maledizione di Gabriele, che porta un canto ed un profilo che cade, se scattano vele in mille luoghi.'' da '' Lamento di sposa barocca, octapus'' Bellissima, eccentrica e geniale. Incantevole nella sua estrema sensibilità come pochi, ma così fragile da decidere di morire, gettandosi da un balcone, una notte di un ottobre ormai inoltrato del 1996. Claudia Ruggeri, napoletana di nascita ma trapiantata nel Salento, fu considerata una delle nuove voci più promettenti della poesia italiana fin da subito; difatti, due mesi dopo la sua scomparsa, furono pubblicati sulla rivista L'Incantiere , i versi e i frammenti giunti fino ad oggi nella raccolta Inferno minore . Proprio su L'Incantiere , la Rugger