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Visualizzazione dei post da 2020

Il Segnalibro: Letture estive (parte 1)

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Siamo nel bel mezzo di una nuova estate, certamente anomala e diversa da quelle a cui siamo normalmente abituati, ma nonostante le disposizioni anti Covid 19, siamo pronte a goderci le belle giornate in sicurezza, in compagnia del canto delle cicale e, ovviamente di un buon libro. Siamo dunque decise ad offrirvi una serie di consigli letterari divisi in due articoli, che speriamo possano allietarvi sia che preferiate una vacanza al mare, la quiete della montagna o semplicemente il vostro divano di casa in città. D’obbligo, prima di iniziare, è un piccolo disclaimer: quelli consigliati qui oggi non sono nuove uscite, bensì libri letti e apprezzati nelle estati precedenti. Iniziamo! - Outlander, Diana Gabaldon. Claire Randall è un’infermiera militare inglese che al termine della seconda guerra mondiale si concede con lui una seconda luna di miele con il marito nelle Highlands scozzesi, finché durante una passeggiata in solitaria su Craigh Na Dùn, si imbatterà in un antico c

Donne che corrono coi lupi: l'importanza di raccogliere le ossa

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Sto per raccontarvi una leggenda, e non si tratta di una leggenda qualunque. Vi parlerò della Loba, la prima storia che viene presentata nel libro Donne che corrono coi lupi di Clarissa Pinkola Estés, psicanalista junghiana americana. Secondo il mito, in un luogo nascosto ma conosciuto da pochi, vive un'anziana così solitaria, rubiconda e pelosa tanto da emettere più suoni animaleschi che umani. Il suo nome in realtà, possiede molti altri nomi: spesso è citata come La Donna delle Ossa , La Trapera , La raccoglitrice o Donna-Lupa . Addirittura in alcune zone del Sudest, è nota anche con l'appellativo di La Que Sabe ovvero, ''colei che sa'' , infatti, si narra che La Que Sabe sappia ogni cosa sulle donne, da lei create dalla pelle della piega sulla pianta del suo piede divino, membrana sensibile all'onniscenza del mondo, come le donne della Loba. L'unica occupazione di questa figura perfettamente allineata ad altre divinità i cui miti racconta

Roberto Buttazzo, l’artista con l’idea fissa a Lecce

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Dostoevskij ne “ L’Idiota” ci parla di una bellezza che salverà il mondo. Sono stata sempre attratta dalla bellezza, una bellezza che sa emozionarmi ogni volta che, giorno dopo giorno, incontrando opere d’arte, mi ha condotta a studiarne ogni sua forma espressiva. Il richiamo della bellezza mi ha recentemente portata all’ex Convitto Palmieri di Lecce a visitare la mostra antologica di Roberto Buttazzo, promossa dalla Regione Puglia “ Idée Fixe”, articolata in undici sezioni cronologiche, precedute da altrettanti autoritratti. L’esposizione, sottolinea quanto l’arte sia stata presente nella sua vita, fondendosi con il quotidiano. La mostra ovviamente è stata anche un pretesto per conoscere meglio l’autore, che ho incontrato e intervistato. Quand’è che Roberto Buttazzo ha iniziato a percepire se stesso come artista? «Fu mia madre a scoprire che ero posseduto dal germe dell’arte, quando si accorse quanto erano per me più importanti, matite e fogli da disegno, da prefe

Il concetto di femminilità e le sue declinazioni: una riflessione

È di pochi giorni fa, la notizia dell’episodio accaduto durante una trasmissione radiofonica, tra Michela Murgia, nota scrittrice, e Raffaele Morelli, psichiatra e psicoterapeuta, spesso ospite di programmi televisivi e radiofonici. Lo scontro è nato da un intervento di quest’ultimo su un’altra emittente, chiamato a commentare un tweet di Françoise Segan: “Un vestito non ha senso a meno che ispiri gli uomini a vedertelo togliere di dosso”. Lo studioso, infatti, ha così commentato: “Se una donna esce di casa e gli uomini non le mettono gli occhi addosso, deve preoccuparsi, perché vuol dire che il suo femminile non è in primo piano”, suscitando numerose polemiche. Proprio per tale ragione, l’autrice sarda, per discutere la motivazione dell’intervento che ha generato non poche critiche, ha telefonato durante la diretta del programma radiofonico da lei condotto insieme a Edoardo Buffoni, Morelli, il quale, confermando quanto detto nel primo intervento riletto da Murgia, ha prima

MusicNova: Luciano Panama

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''...ed io tornerò lo stesso, quello che sono da sempre. Poi cosa mi è successo? Io non lo so ma questo è il mio colore che serve.'' Mi piace presentarlo così, con i suoi stessi versi, tratti dal brano L'osservatore , Luciano Panama e il suo album di debutto da solista Piramidi , pubblicato nel 2017. L'artista, messinese di nascita ma milanese d'adozione, è già un volto noto nella scena musicale, poiché frontman della band Entourage . Si sa, il prodotto creativo nato da un processo idealizzato come un disco, una poesia, un film rende quello stesso prodotto è spesso soggetto a interpretazioni molto personali di chi ne fa uso, essere divergenti dalle intenzioni dei fautori. Perciò, mi perdonerete se ciò che leggerete non rispecchierà le idee di Panama ma oltre ad essere un rischio che si corre, è una delle peculiarità che muta l'espressione di un sentimento o di un'ispirazione individuale in un'opera condivisibile, t

Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare: omaggio a Sepúlveda

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Resta una ferita aperta, la recente morte dello scrittore cileno Luis Sep ú lveda, avvenuta lo scorso 16 aprile di questo turbolento 2020. Per anni, i suoi racconti hanno impresso un tenero ricordo nelle coscienze dei lettori di tutte le età. Sfido chiunque a non commuoversi al solo pensiero della  Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare , libro che ha segnato, tanti anni fa, anche il mio percorso da accanita lettrice. Se vi state chiedendo il motivo della scelta di questo libro in relazione alla festa della mamma, sicuramente la risposta la troverete una volta letta la storia. La gabbiana Kengah con il suo stormo, dopo essersi tuffata in mare alla ricerca di aringhe, non riesce a risalire in tempo e rimane intrappolata in una chiazza di petrolio nelle acque del mar Nero, atterra in fin di vita sul balcone del gatto Zorba. A lui strapperà tre promesse solenni: di non mangiare l’uovo che lei sta per deporre, di averne cura e di insegnare a vo

Lettera a un bambino mai nato: l'aborto raccontato da una donna

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Nella mia personale lista dei libri da isola deserta, Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallaci occupa un posto speciale, perché si incastra perfettamente tra le mie corde sensibili e il carattere forte che in molti mi riconoscono. Quando fu pubblicato per la prima volta, nel 1975, destò non ben poco scalpore. D'altronde, non scrivo nulla di nuovo se l'autrice in questione è una donna decisa, troppo indipendente per il suo tempo, tanto da ricevere spesso critiche per le sue scelte intraprendenti. E proprio tra queste decisioni fuori dagli schemi, figura  Lettera a un bambino mai nato , che cambiò radicalmente l'opinione di molti verso la sensibilità dell'autrice e del tema delicato che affronta: la maternità come una scelta responsabile, interrogando la propria coscienza sulla natura femminile. Un'analisi introspettiva e aperta a 360° che sembra chiedere al lettore se sia giusto sacrificare una vita già vissuta a una che ancora non è, ma sopra

Melodious Moms... Mamme a ritmo di musica!

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G. Klimt, Le tre età della donna , olio su tela, 180 x 180 cm,  1905, Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, particolare. Una delle celebrazioni più sentite in Italia e nel mondo è sicuramente, la festa della mamma. Fu istituita per la prima volta nel 1914 negli Stati Uniti, accogliendo la proposta di   Anna M. Jarvis   la quale, per ricordare la madre deceduta, avanzò la richiesta ai governatori degli States di stabilire un dì nel quale tutti avessero la possibilità di omaggiare la propria madre. Inizialmente, come simbolo della festa, la Jarvis scelse il garofano, il fiore preferito da sua madre, ma col trascorrere degli anni, la rosa prese il posto del garofano, alla quale si affiancarono il cuore, i cioccolatini e numerose canzoni, per sottolinearne l’amore, la dolcezza e la bontà. Per celebrare, anche noi, le mamme di tutto il mondo (che non si limita al solo atto della procreazione, ma nel senso più ampio del termine), dedichiamo questa playlist con ca

Rosa. Proprietà e bellezza

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Da Dante Alighieri a Umberto Saba, dal Piccolo Principe di Saint-E xupéry alla Fresca rosa di Cavalcanti... T ra i tanti fiori citati dalla letteratura e non solo, la rosa è quella che rappresenta con i suoi petali e profumazione morbidi e setosi, molteplici significati. Ciò che però non viene esaltato di questo fiore è la molteplicità dei benefici che esso rinchiude.  La rosa infatti, si dimostra un'alleata delicata e utile per la cura del nostro corpo: -l'acqua alle rose ad esempio, è un toccasana nei casi di ustione, di eczemi e di infiammazioni della cavità orale; -i  germogli regolano la risposta immunitaria dell’organismo, conferendo un’efficace azione contro tutte le allergie; -l e bacche contengono vitamina C, importante per rafforzare le difese naturali dell’organismo, inoltre,  la presenza di tannini, è utile a bloccare la diarrea e a calmare le coliche intestinali ; -i bioflavonoidi agiscono sulla circolazione sanguigna e sull'assorbimento de

MusicNova: Denso

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La musica, quella italiana più specificatamente, si compone di tante sfaccettature e proprio tra queste venature compare Denso con Per una volta . Ascoltando la sua musica, s'intuisce immediatamente come in lui risuonino armoniosamente elementi del pop rock statunitense che si fondono e confondono con l'indie italiano. Una miscela di note che richiama i suoi idoli:  Springsteen, Muse, Red Hot Chili Peppers e Robbie Williams. La carriera musicale, precocissima, conduce l'artista siciliano dapprima a suonare come cantante e chitarrista con alcune band locali, poi giungerà ad Area Sanremo, dove conoscerà Leonardo Monteiro, col quale inizierà una collaborazione. Da questa amicizia nasce  Il mio tempo . Noi de L'altra faccia del rosa abbiamo avuto modo di intervistare Denso, che ancora ringraziamo tanto per la disponibilità. 1) Quando hai deciso di dedicarti alla musica?  Cos'è per te? Dunque tutto ha avuto inizio da bambino, quando mi chiudevo nella

L'olio del Benessere

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L'olio del Benessere L'olio del Benessere è una miscela totalmente naturale, basata su 34 piante che sono state scelte in virtù delle loro proprietà caratteristiche e della loro profumazione, questo per creare un olio efficace, unico e dalle molteplici virtù. Uso e consigli pratici. Per combattere il raffreddore : mettere una goccia di Olio del Benessere all'imbocco delle narici ma solo nel caso in cui non si abbiamo delle escoriazioni dovute all'eccessivo sfregamento con il fazzoletto perché tende a bruciare. In tale caso è meglio mettere l'olio direttamente su di un fazzoletto e tenerlo premuto sul naso. Si possono fare suffumigi mettendo 2-3 gocce di Olio del Benessere  in una bacinella di acqua bollente coprendosi la testa con un asciugamano; l'Olio del Benessere può anche essere messo  nell'aerosol per fare le inalazioni; 2-3 gocce in un bicchiere di latte con un cucchiaio di miele sono un toccasana per le vie respiratorie. Per tos

Dal Salento, l'incompresa poesia di Claudia Ruggeri

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''T’avrei lavato i piedi oppure mi sarei fatta altissima come i soffitti scavalcati di cieli come voce in voce si sconquassa tornando folle ed organando a schiere come si leva assalto e candore demente alla colonna che porta la corolla e la maledizione di Gabriele, che porta un canto ed un profilo che cade, se scattano vele in mille luoghi.'' da '' Lamento di sposa barocca, octapus'' Bellissima, eccentrica e geniale. Incantevole nella sua estrema sensibilità come pochi, ma così fragile da decidere di morire, gettandosi da un balcone, una notte di un ottobre ormai inoltrato del 1996. Claudia Ruggeri, napoletana di nascita ma trapiantata nel Salento, fu considerata una delle nuove voci più promettenti della poesia italiana fin da subito; difatti, due mesi dopo la sua scomparsa, furono pubblicati sulla rivista  L'Incantiere , i versi e i frammenti giunti fino ad oggi nella raccolta Inferno minore . Proprio su L'Incantiere , la Rugger

Gina Pane: l'arte che diede voce alle donne

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Tra le maggiori rappresentanti della Body Art figura l'artista italo-francese Gina Pane. Ella donava al corpo una triplice funzione contemporanea ed artistica: progettuale, materiale ed esecutiva. Dopo l’Accademia di Belle Arti di Parigi ed un primo approccio alla scultura, Gina Pane si dedicò allo studio del corpo ai limiti del dolore; studio rivolto alla dimensione femminile, costretta ai peggiori soprusi. Ed ecco, che dagli anni '70 le performances dell’artista sfiorano il violento. Quando, ad esempio, i n presenza di un cospicuo numero di spettatori, con una lametta, si ferisce il viso. Il significato del cruento gesto è semplice: liberarsi e liberare il corpo della donna dal concetto preconfezionato della bellezza, al quale, ciascuna donna deve chinarsi da immemore tempo, costretta ad ogni tipo di violazione e sconforto. Nell'ambito della Body Art, sono molti gli artisti che  hanno martirizzato il proprio corpo evocando una vaga iconografia cri