Il concetto di femminilità e le sue declinazioni: una riflessione


È di pochi giorni fa, la notizia dell’episodio accaduto durante una trasmissione radiofonica, tra Michela Murgia, nota scrittrice, e Raffaele Morelli, psichiatra e psicoterapeuta, spesso ospite di programmi televisivi e radiofonici.

Lo scontro è nato da un intervento di quest’ultimo su un’altra emittente, chiamato a commentare un tweet di Françoise Segan: “Un vestito non ha senso a meno che ispiri gli uomini a vedertelo togliere di dosso”. Lo studioso, infatti, ha così commentato: “Se una donna esce di casa e gli uomini non le mettono gli occhi addosso, deve preoccuparsi, perché vuol dire che il suo femminile non è in primo piano”, suscitando numerose polemiche.

Proprio per tale ragione, l’autrice sarda, per discutere la motivazione dell’intervento che ha generato non poche critiche, ha telefonato durante la diretta del programma radiofonico da lei condotto insieme a Edoardo Buffoni, Morelli, il quale, confermando quanto detto nel primo intervento riletto da Murgia, ha prima detto di essere stato frainteso e che le sue frasi fossero state estrapolate da un discorso più ampio e dunque decontestualizzate, in seguito, seccato dalle incalzanti domande della conduttrice, ha perso le staffe mettendola a tacere con un secco “Stai zitta e ascolta!”.

Chiaramente, non avendo validi motivi per argomentare la sua tesi e dopo vari tentativi di manipolazione della conversazione alzando la voce e adoperando il “tu” anziché il più adeguato “lei” per sottolineare la “superiorità”, il cosiddetto professore ha abbandonato il collegamento poiché infastidito dall'autorevolezza e la determinazione di una donna che l’aveva messo alle strette cercando di fargli notare la fallacia delle sue dichiarazioni.

È incredibile come ancora nel 2020, la donna venga considerata, utilizzando un termine coniato da Simone De Beauvoir nei suoi scritti, come “meta umano”, un essere che vaga in una strana dimensione camuffata dalla normalità, in bilico tra una persona ed un oggetto. Ella si muove, parla, ma non può essere considerata alla pari dell’uomo, il quale decide anche il canone secondo il quale essa debba apparire e comportarsi.

Purtroppo questa è solo la punta dell’iceberg, l’ultimo esempio di un malsano comportamento normalizzato nel corso degli anni, frutto di una società che lascia ancora troppo spazio sui grandi media ad interventi atti a sminuire, stereotipare e privare di ogni caratteristica gli individui lanciandoli in una corsa smodata contro la loro stessa natura.

In risposta a ciò a quanto avvenuto in questi giorni e proprio nel mese del Pride, sentiamo di concludere dicendo: Siate qualunque cosa vogliate essere.


Antonella Buttazzo, Cecilia Ciano

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