Lettera a un bambino mai nato: l'aborto raccontato da una donna


Nella mia personale lista dei libri da isola deserta, Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallaci occupa un posto speciale, perché si incastra perfettamente tra le mie corde sensibili e il carattere forte che in molti mi riconoscono.


Oriana Fallaci. Una vita per gli altri


Quando fu pubblicato per la prima volta, nel 1975, destò non ben poco scalpore.
D'altronde, non scrivo nulla di nuovo se l'autrice in questione è una donna decisa, troppo indipendente per il suo tempo, tanto da ricevere spesso critiche per le sue scelte intraprendenti.
E proprio tra queste decisioni fuori dagli schemi, figura Lettera a un bambino mai nato, che cambiò radicalmente l'opinione di molti verso la sensibilità dell'autrice e del tema delicato che affronta: la maternità come una scelta responsabile, interrogando la propria coscienza sulla natura femminile.

Un'analisi introspettiva e aperta a 360° che sembra chiedere al lettore se sia giusto sacrificare una vita già vissuta a una che ancora non è, ma soprattutto se è lecito costringere un figlio a vivere solo perché si decide di volerlo.

Rileggendolo oggi, si scopre che il tema affrontato non è stato superato per niente, semmai divide ancora di più le opinioni, rilegando l'argomento a un vero e proprio tabù e crimine immondo.
Ed ecco spiegata l'arcana alchimia delle opere immortali: l'appartenenza a un tempo fuori da se stesso, dispiegata in un abbraccio presente tra ciò che è stato e ciò che sarà.

Mi sento di definire questo libro così: un tornare a vedere dopo un lungo periodo di cecità, una cecità derivata dai costrutti sociali e religiosi imposti. E non è un caso, che questo particolarissimo percorso scandito da pagine, può essere inteso come un itinerario in cui, la Fallaci accompagna per mano sin dalla dedica.
Lettera a un bambino mai nato. – cattOwoman

Una pietra miliare della nostra letteratura che mi sento di scagliare in faccia, a chi, ieri e ancora oggi, condanna le donne che decidono del proprio corpo e che per vari motivi, si sentono madri, al di là dell'atto fisico.
Ancora auguri mamme (di qualsiasi cosa voi vi sentiate)!

Antonella Buttazzo

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