L’amore con gli occhi dell’arte: al di là della tela




In occasione del giorno in cui l’amore è celebrato in tutti i suoi aspetti, presenteremo tre quadri degli artisti più iconici, che hanno celebrato il sentimento amoroso, attraverso le effigi delle loro amate, immortalate e consegnate alle numerose pagine della storia dell’arte.

Ritratto di una giovane donna, Sandro Botticelli. Convenzionalmente, gli storici dell’arte identificano i numerosi volti femminili raffigurati dal Botticelli, con Simonetta Vespucci, definita come la donna amata dal pittore.
In realtà, non si hanno prove concrete della relazione tra i due e neanche del fatto che Simonetta sia stata effettivamente la modella al pittore. Infatti, i ritratti pervenutici potrebbero essere stati realizzati dopo la sua morte e a memoria.
Poliziano narrerebbe di un’unica rappresentazione attendibile, in vesti di Minerva casta, ossia quella eseguita su uno stendardo per il vincitore di un torneo, andato perduto.
Quindi, la Simonetta delle opere di Botticelli è quasi certamente una donna idealizzata, un canone degli ideali umanistici di bellezza del tempo.

Risultato immagini per ritratto di dama botticelli

Sandro Botticelli, Ritratto di una giovane donna, 1480-85, 82 × 54 cm, Städel Museum, Francoforte.

La Fornarina, Raffaello Sanzio. Lui, Raffaello, un genio del Rinascimento.
Lei, figlia di un fornaio di Trastevere, così bella da diventarne la musa per molti dipinti di lui, tra cui proprio La Fornarina.
La figura della fanciulla rimanda ad una pudica Venere classica che si staglia su uno sfondo dal quale si notano un cespuglio di mirto e un ramo di melo cotogno, simboli di fertilità, di amore e iconografia sacra alla dea dell’amore e della bellezza.
Una storia d’amore, ispiratrice di opere pittoriche e letterarie che oscillano tra realtà e mito ma anch’essa non dimostrabile in modo tangibile.

Risultato immagini per la fornarina

Raffaello Sanzio, La Fornarina, 1518-19, 85 × 60 cm, Galleria Nazionale d'Arte Antica, Roma.

Beata Beatrix, Dante Gabriel Rossetti. Elizabeth Siddal, Inizialmente modella dell’intera Confraternita preraffaellita, divenne successivamente la musa di Rossetti, che le chiese di posare esclusivamente per lui, divenendone protagonista di una moltitudine di disegni e tele, oltre che amante e poi moglie.
La relazione d’amore che s’instaurò tra i due fu piuttosto burrascosa: tra violenti litigi, i numerosi tradimenti di Rossetti e la perdita di un figlio, resero Elizabeth depressa e dipendente dal laudano, che fu la causa della sua morte nel 1862.
Nonostante le amanti, Rossetti, alla morte della moglie, sopraffatto dal dolore e dal senso di colpa, seppellì la moglie con l’unica copia dei poemi da lui scritti e che avevano lei come principale fonte di ispirazione.
Poco più tardi, Rossetti riesumò la tomba della moglie defunta per recuperare quelle poesie per poterle pubblicarle. Quell’evento lo portarono a dipingere Beata Beatrix: nonostante gli anni passati, il volto e il corpo di Lizzie risultavano in perfetto stato con la lunga e bellissima chioma fulva cresciuta nel tempo.

Dante Gabriel Rossetti - Beata Beatrix, 1864-1870.jpg

Dante Gabriel Rossetti, Beata Beatrix, 1872, 86 × 66 cm, Tate Britain, Londra.

Antonella Buttazzo

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